Tonara conta circa 2600 abitanti su un territorio di 52 Kmq, è uno dei territorio più ricchi di verde e di alberi di tutto il versante occidentale del Gennargentu, ricco di lecci, agrifogli, roverelle, castagni, noccioli e alberi-patriarchi che sfidano il tempo. Interessante il complesso montano di Punta Mungianeddu, Sedda ghenna Flores e Conca Giuanni fais, con i suoi 1495 metri d'altezza: è Su Mont'e Susu che conserva tratti di bosco integri che ospita cinghiali, volpi, poiane, sparvieri, ghiandaie, aquile reali. Nella parte meridionale abbiamo secolari castagni assediati dal "mal d'inchiostro" e dal cancro corticale che ne minano la salute.
Un buon punto d'osservazione per cogliere in un solo quadro il paese è il pianoro di Ghenn'e greccu (1095 metri d'altezza) quasi al confine con Sorgono, da qui appare evidente la cava di pietra che deturpa il paesaggio proprio sotto la coltre di un vasto castagneto.
Numerosi i ruscelli e le sorgenti delle quali solo una, quella di Su Toni possiede una brutta fama di acqua poco salutare come già Vittorio Angius riportava nel Dizionario. Su Toni ha altre qualità per le quali viene apprezzato: orchidee spontanee che in primavera impreziosiscono il verde con eleganza delle forme e armonia dei colori. Preziosi anche i segni della preistoria con la grotta funeraria di Pitz'e Toni che ha restituito ceramiche e altri reperti del neolitico recente. una domus de janas è presente a Martì; a Sa Nuratze è la civiltà delle "tholoi" ad aver lasciato i resti di una delle torri megalitiche.
Tonara è paese dei torronai, del miele amaro, dei campanacci, che alcuni artigiani producono ancora come una volta. L' uso della pietra scistosa e del legno dei boschi, i colori degli intonaci, la stessa economia legata al castagno e alla montagna, facevano del paese una tessera importante della vita e del paesaggio di questa parte del Gennargentu.
Tonara, che nel Medioevo apparteneva al Giudicato di Arborea, ottenne con tutto il Mandrolisai, in virtù della carta reale di Ferdinando II d'Aragona del 1480 di essere governata da amministratori locali liberamente eletti.
Del periodo spagnolo si conserva in paese il campanile secentesco della chiesa parrocchiale di San Gabriele Arcangelo. Al santo è dedicata la sagra del 2 agosto, preceduta da altre ricorrenze tra cui la festa di Sant'Antonio da Padova, celebrata il 13 giugno e quella dedicata a Santa Maria nella prima domenica di settembre. Nella seconda domenica di luglio c'è l'appuntamento con la sagra del torrone. per Sant'Antonio Abate il 17 gennaio falò in piazza, nel cuore di un paese dove affonda le radici la poesia di uno dei maggiori cantori sardi, Peppino Mereu.

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