Grazie
alla ricchezza e alla varietà dei paesaggi, Gadoni è uno dei centri
più suggestivi della Barbagia di Belvì. Il paese conta oggi circa 1250
abitanti e il suo territorio si estende per più di 43 chilometri quadrati.
Le principali fonti di reddito sono la pastorizia, l'agricoltura e l'attività
mineraria anche se di recente quest'ultima è caduta in grave crisi,
ma allo stesso tempo cominciano a lievitare le speranze sui programmi
di valorizzazione turistica delle risorse ambientali di cui Gadoni è
decisamente ricco. Talvolta però la tutela del paesaggio viene meno
come nel caso dell'immenso ponte di cemento, sicuramente necessario
per migliorare la viabilità, che è stato costruito in sostituzione del
vecchio ponte di ferro che sovrastava il Flumendosa collegando la sponda
di Gadoni con quella di Seulo. Tra il 1200 e il 900 a.C. lo sfruttamento
dei giacimenti minerari, fra i quali spicca per importanza e valore
la miniera di Funtana Raminosa, diventa intenso e costante e la produzione
di manufatti metallici tocca la soglia della piccola industria caratterizzando
l'economia del tempo. Sotto l'aspetto faunistico in questo territorio
trovano ancora un habitat ideale la martora, il gatto selvatico, la
volpe, il cinghiale, il gheppio, l'astore, la ghiandaia, il picchio
rosso maggiore. Gadoni è anche famoso per i suoi alberi di noce, per
la qualità del loro legno e per il lavoro della tessitura sul telaio.
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