Il paese, situato in una delle località più suggestive del Gennargentu, conta 1755 abitanti su un territorio di circa 76 kmq. Nelle campagne circostanti trovano rifugio specie di notevole interesse faunistico, come i mufloni e l'aquila reale. Sui monti dentro i confini di Aritzo si praticava in passato l'"industria" della neve, che aveva il suo centro a Funtana Cungiada, dove i niargios hanno lavorato sino ai primi decenni del '900. Nel vecchio centro sopravvivono ancora i resti delle domos de nie, le "case della neve". Dentro l'abitato non è scomparsa del tutto, invece, un'altra importante attività economica del centro montano: l'artigianato del legno, grazie all'importante risorsa naturale dei castagneti. L'arte di su maist'e linna, finalizzata alla produzione di cassepanche, taglieri e mestole segue, a tutt' oggi, le tecniche tradizionali. Meno numerosi dei castagni ma ben presenti sono anche i noccioli, mentre è ridotta la popolazione dei noci. Il paese, a parte le domus de janas di Is Forrros a Mont' e Suso, non ha nuraghi conosciuti. Appartenuto nel Medioevo al Giudicato di Arborea e poi al marchesato di Oristano, beneficiò successivamente, del privilegio concesso da Ferdinando II di Aragana, con una carta reale del 1480, di appartenere direttamente alla Corona e di poter eleggere i propri amministratori tra la gente del posto. Di notevole interesse storico-artistico sono alcuni elementi tardo gotici della chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, che custodisce all' interno una statua secentesca di S. Cristoforo, una scultura lignea policroma di una Pietà del XVIII secolo una croce a stile d'argento del XV e diverse tele di Antonio Mura, apprezzato artista locole. Elemento di richiamo e anche l'altare ligneo del XVII secolo della chiesetta S.Antonio da Padova. Dell' inizio di questo secolo è, infine, il "castello" degli Arangino. Aritzo festeggia nell'ultima domenica di ottobre la sagra delle castagne, nella seconda domenica di agosto S.Isidoro e nella prima domenica di settembre, S.Basilio.

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