Natura del Gennargentu
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Fauna

NATURA DEL GENNARGENTU

L'area compresa nel perimetro del Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu raccoglie più ambienti, montani e costieri, rappresentativi delle terre della Barbagia e dell'Ogliastra. Il Gennargentu vero e proprio rappresenta il più vasto complesso montano della Sardegna, le cui vette raggiungono le massime altezze con il Bruncu Spina (1.829 m.), la Punta Paulinu (1.792 m.) e la Punta La Marmora (1834 m.) da dove nelle giornate più limpide si possono toccare con lo sguardo tutte le coste dell'isola. Il massiccio costituisce il corpo centrale a cui si legano i monti circostanti della Barbagia, si distende sui vicini Supramonti e scivola fino al mare, a formare il Golfo di Orosei, il più selvaggio tratto di costa del Mediterraneo.

Cala Luna Foresta

LA BELLEZZA COMINCIA DALLE ROCCE

Il paesaggio è immenso e mai uguale, come un grande mosaico: ci sono rilievi, pascoli, rocce, canyon, vallate, foreste, boscaglie, spiagge, falesie che cadono a picco su un mare cristallino, blu e verde. Dal Gennargentu nascono i corsi d'acqua principali della Sardegna orientale: il Cedrino, a nord e il Flumendosa a sud; il primo scende con diversi rivoli e forma, erodendo la roccia, splendide gole; il secondo, che con i suoi 122 km di lunghezza è il secondo fiume della Sardegna, scorre nella Barbagia, incassato in canyon, fino a raggiungere la piana alluvionale costiera per poi gettarsi in mare.

LA SORGENTE PIU' RICCA, IL CANYON PIU' PROFONDO

Capanna di pastoriTra le aree più belle vanno citati: il Supramonte, un'immensa e selvaggia catena calcareo-dolomitica ad altopiano che s'innalza fino a 1463 m. con la Punta Corrasi e si estende per 21.000 ettari; in particolare il Supramonte di Oliena, tra i luoghi più antichi e ancora ricchi di vegetazione, e quello di Orgosolo, dove sopravvivono boschi ultrasecolari; la sorgente carsica di Su Gologone, che con il suo getto di 300 litri d'acqua al secondo è la più importante sorgente della Sardegna; il canyon di Gorropu, il più profondo d'Europa, con pareti impressionanti, alte oltre 400 metri; l'enorme dolina denominata "Su Suercone', un immenso inghiottitoio al cui interno si può intravvedere una stazione di tassi secolari e, ancora, il mondo segreto delle grotte, con le cavità e le voragini più grandi dell'isola; nel comune di Oliena si trovano Su Bentu - Sa Oche, circa 15 chilometri di ambiente sotterraneo inesplorato; e, infine, il Golfo di Orosei, da Cala Gonone a Santa Maria Navarrese, un tratto di costa di 40 km, unico, eccezionale, fatto di falesie e bastioni imponenti, calette da sogno, foci di codule tra cui quelle famose di Luna, di Sisine e Fuili: acqua trasparente e profondità intatte, grotte meravigliose come quella famosa del Bue marino.
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LA FLORA

Nonostante sia rimasto selvaggio nel tempo, lo scenario dei Gennargentu di oggi non è quello delle origini: dove nei secoli scorsi si estendeva un manto di boschi, solo in parte sopravvissuti e ben conservati - boscaglie di agrifoglio, tasso e ontano, oggi si estendono pascoli e steppe, in particolare nelle fasce più alte del comprensorio.
OrchideaE' comunque un ambiente che ha raggiunto un suo equilibrio, arricchito dalla presenza di specie vegetali interessanti e spesso endemiche. Oltre i 1.200 metri, si estendono ampi prati erbosi mentre, più in alto, subentra l'ambiente rupestre; molto belli sono i prati a timo che costituiscono uno degli elementi più importanti delle fasce ad arbusti spinosi; diffusa la ginestra con più specie anche endemiche come la ginestra di Pantelleria, la ginestra di Corsica e la rara ginestra di Moris. In quest'ambiente s'accompagnano sempre l'elicriso, pianta dal profumo intenso che somiglia a quello della liquirizia, la santolina e altri arbusti aromatici. Qui vivono anche vecchi esemplari di tasso, veri patriarchi, ormai segnati dagli anni. Scendendo di quota, a circa 1000 metri, nella fascia delle querce, ora degradata a pascolo arborato, resistono alcuni esemplari di roverella - un tempo abbondante in tutta l'isola e oggi assai ridotta, a causa dei numerosi tagli effettuati in passato, quando fu utilizzata per la costruzione delle strade ferrate sarde - di quercia virgiliana e della rarissima quercia congesta. Ancora più sotto, nelle pendici più riparate, resistono boschi di leccio - sul Supramonte di Orgosolo sopravvivono le uniche foreste intatte d'Italia - con macchia a corbezzolo, ginepri, fillirea e terebinto; il resto del territorio è occupato da campi coltivati e pascoli segnati da siepi di rovo, prugnolo e altri arbusti e cespugli; in qualche area è presente anche la sughera con sottobosco a cisto. Lungo le pareti che finiscono in mare, dove il clima è ancora più caldo, si estende una fascia ad olivastro, lentisco, ginepro e carrubo. Secondo l'andamento orografico si sviluppa la vegetazione e si va dalle macchie di ginepro fenicio a quelle di olivastro e lentisco, ai boschi di leccio, a quelli di carrubo e a quelli di oleandro che tingono di rosa le rive delle codule. Splendide le fioriture di peonia, di genziana e di rosa selvatica; diffusissimi i funghi.
Peonie Tasso

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LA FAUNA

Molto ricca la fauna, anche se ha subito sensibili riduzioni e, in alcuni casi, gravi estinzioni, come quelle del cervo e del daino sardo, dell'avvoltoio monaco e del gipeto. Aquila reale
Quella che ancora resiste è comunque eccezionale: a cominciare dal muflone, bella pecora selvatica, uno degli animali simbolo della Sardegna, dalle forti corna a spirale; un tempo più abbondante, oggi è ancora comune ed in sensibile ripresa. Altrettanto prezioso l'ultimo degli avvoltoi sardi. Nel cielo del Gennargentu vivono le aquile reali, con alcune coppie nidificanti, i grandi corvi Imperiali e i falchi pellegrini; di grande interesse la presenza del gracchio corallino; legati all'ambiente boschivo sono invece gli astori e gli sparvieri, mentre la poiana s'incontra quasi ovunque; sulle falesie a picco sul mare, vivono colonie di falco della Regina. Nelle macchie alte e nei boschi vivono il picchio rosso maggiore, il colombaccio e la ghiandaia; nelle macchie fitte e tra le radure si trovano alcune brigate della bellissima pernice sarda; lungo i torrenti, vive il merlo acquaiolo. I mammiferi comprendono un buon numero di predatori come il gatto selvatico sardo, la martora, la donnola e l'onnipresente volpe. Comune e cacciato da sempre il cinghiale, mentre nei boschi vivono i ghiri, prede preferite della martora e un tempo cacciati anche dal'uomo. Numerosi gli anfibi e i rettili, con almeno 10 endemismi: dall'euprotto, alla raganella sarda, dai geotritoni alla lucertola di Bedriaga. Nelle acque dei torrenti, vive una trota molto bella e tipica della Sardegna, la trota macrostigma. Nel Golfo di Orosei si sono avvistati poi gli ultimi esemplari della foca monaca d'Italia, specie ormai sull'orlo dell'estinzione tanto da essere considerata tra i 10 mammiferi più a rischio nel mondo.
Daino
Donnola
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Ultimo aggiornamento 1/11/2000
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